Il Ministro Tria non sa niente del riordino dei giochi

Il Ministro Tria non sa niente del riordino dei giochi

Alla domanda sul riordino dei giochi, il Ministro TRIA ha risposto: “Non ho sotto controllo questo settore e in particolare la fase della riforma.”.

La lapidaria risposta del Ministro TRIA, che ha sotto controllo l’Economia e le Finanze ma non conosce l’importanza economica del gioco, fornisce con chiarezza il confuso quadro politico del Governo italiano che ha fatto tante promesse e poi ha dimenticato di attuarle perché quando venne trattato il Decreto Dignità aveva promesso che in 6 mesi il Governo avrebbe riordinato il settore del gioco.

Se da un lato si capisce che il Governo ha bisogno del gettito fiscale proveniente dalla filiera dei giochi e quindi temporeggia nel prendere decisioni, il Sottosegretario Mef, Alessio Villarosa, una volta si dice disponibile e subito dopo smentisce che c’è un programma di revisione delle leggi regionali per arrivare a una legislazione nazionale unificata.

Alle Slot viene addossata ogni colpa ma l’illegalità aumenta

Le leggi restrittive emanate dalle Regioni non hanno dato esisti soddisfacenti, anzi hanno incoraggiato l’illegalità ed anche la riduzione del numero delle Slot e VLT non ha agito come prevenzione del gioco patologico. Circolano notizie secondo le quali la riduzione del 30% degli apparecchi da gioco non sarebbe sufficiente a tutelare i cittadini, né a combattere la ludopatia e quindi si dovrebbe procedere ad un ulteriore taglio, mentre la raccolta sarebbe rimasta stabile anche se l’erario ha aumentato il suo peso ad oltre il 35%, mentre la filiera ha subìto un forte impatto negativo soprattutto sulle piccole e medie imprese. Il solo comparto delle Slot e VLT ha fornito un gettito erariale di oltre 6 miliardi di euro e quindi non è consigliabile praticare ulteriori tagli. Anche il numero delle imprese italiane coinvolte nell’industria del gioco, secondo i dati più recenti, ammonterebbe a oltre 10.000 imprese, ovviamente incluse le Lotterie, Scommesse, Bingo e altri tipi di giochi e gli addetti al solo gioco “d’azzardo”, come lo chiamano gli avversari del gioco, superano i 60.000. Insomma per ridurre la spesa degli italiani nel gioco bisognerà vietare anche i Gratta e vinci, ma poi dove li trova i soldi il Governo che fra 3 mesi deve presentare la legge finanziaria per il 2020? E l’UE, che per il momento ha rinviata la temuta “Procedura d’Infrazione”, se i conti non tornano non sarà tanto disponibile quando verrà presentata la Finanziaria 2020.

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