Guerra aperta sul gioco tra Di Maio e Di Battista
Alessandro Di Battista (M5S) afferma che le concessionarie del gioco finanziano la politica, ma il Vicepremier Di Maio (M5S) gli chiede di non destabilizzare il Movimento.
Che Luigi Di Maio fosse contro il settore dei giochi è cosa nota ma, una volta al potere, ha moderato le sue pretese e questo ha fatto scattare l’ira del collega di partito Alessandro Di Battista che, oltre ad accusare le concessionarie di finanziare la politica, ha puntualizzato: “Il gioco d’azzardo è un cancro e noi siamo gli unici a non avere conflitti d’interesse con le aziende che lo gestiscono”. Il Vice Premier alle prese con i problemi di bilancio gli ha risposto “Chi destabilizza il Movimento con dichiarazioni, eventi e libri, destabilizza anche la capacità del Movimento di orientare le scelte del Governo”. Ma Di Battista non s’è lasciato intimorire e ha chiesto perché sono stati condonati miliardi alle Concessionarie del gioco mentre a noi è stata aumentata l’Iva, la Tasi e la Benzina? Poi s’è risposto da solo spiegando: “Perché le Concessionarie del gioco d’azzardo finanziano la politica anche legalmente dando soldi a fondazioni che a loro volta sostengono la campagne elettorali dei Politici”.
Nella diatriba è entrato in ballo Beppe Grillo
La disfida tra Di Battista e Di Maio non è certo un segnale rassicurante per l’M5S e il peggio è arrivato quando Grillo nel suo Blog ha scritto: “eliminazione totale delle macchine gambling, forti limitazioni alle forme dell’azzardo, divieto di pubblicità e sponsorizzazione diretta o indiretta, no alla proprietà estera delle società di settore, trasparenza finanziaria e abolizione dei Concessionari”. Alcune delle proposte di Grillo come, ad esempio, l’esclusione delle società estere non è fattibile perché sono aziende facenti parte della Comunità Europea, ma qualcuna l’attuale Governo l’ha messa in atto anche se i risultati sono stati poco esaltanti. Quanto ad una radicale revisione del sistema gioco a livello nazionale, tutto è ancora in via di decisione.
M.R.
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