In Emilia Romagna la legge regionale ha fatto strage di aziende

In Emilia Romagna la legge regionale ha fatto strage di aziende

Il distanziometro in Emilia Romagna ha prodotto la scomparsa di 155 attività in 255 Comuni e numerosi provvedimenti di chiusura.

Insieme alla diminuzione delle sale giochi, sembra che anche le patologie di dipendenza da gioco siano in calo in Emilia Romagna. Questi sono i dati che emergono dalla valutazione della legge regionale illustrata dalla Commissione Salute presieduta da Ottavia Soncini e dall’assessore Raffaele Donini che hanno anche dichiarato: “Il 60% degli stessi giocatori ha visto nella pandemia un’isola di salvezza e solo il 3% avrebbe giocato online”. Insomma il Covid avrebbe contribuito a dissuadere i giocatori che, non avendo gli apparecchi da gioco vicini alla loro residenza, hanno rinunciato al gioco con premi in denaro.

La Giunta ha commentato: “Le azioni di contrasto funzionano e, quando scadranno le concessioni, anche le macchinette nelle tabaccherie caleranno perché sarà vietata la nuova installazione”. Sotto l’aspetto sanitario la Regione ha previsto programmi terapeutici personalizzati e le persone assistite rientrano nella fascia d’età dai 45 ai 55 anni, infatti molti pensionati giocavano in maniera patologica. Anche la Consigliera del PD Lia Montalti ha commentato: “Quella del gioco d’azzardo è una battaglia importante della nostra Regione che non ha mai indietreggiato anche su scelte forti come quella dell’allontanamento delle sale dai luoghi sensibili”. Tuttavia, mentre gli anziani hanno in parte rinunciato al gioco, è emerso che i giovani nelle fasce di età tra i 15/17 anni, nonostante il divieto, giocano ancora. In conclusione la Consigliera ha aggiunto” Bisogna lavorare ancora perché la nostra ricerca mostra che nella stessa fascia dì età l’8% gioca online e quindi è la disponibilità delle sale che influenza le abitudini anche dei minori”. Intanto obiettiamo che per giocare online non è necessario frequentare una sala giochi e chiunque lo può fare anche attraverso un semplice tablet, ma non abbiamo ragione di dubitare dei dati forniti dalla Regione tuttavia non vorremmo che, invece di giocare, i giovani cadano nella dipendenza della droga o dell’alcolismo, inoltre cosa faranno gli addetti alle sale che diventeranno disoccupati cronici?

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