Le entrate dai giochi nel 2013 sono aumentate
La Corte dei Conti ha calcolato 20 milioni di spesa nel 2023, di cui il 53% venivano dallo slot gestite da grandi aziende.
La entrate dai giochi nel 2023 hanno registrato un lieve aumento, poco meno di mezzo miliardo, a fronte di un forte aumento pari all’8% della raccolta lorda che ha raggiunto quasi 148 miliardi. Questo lo certifica la Corte dei Conti nel Rendiconto generale dello Stato per l’anno 2023 e i giudici contabili hanno rilevato che la maggiore parte delle entrate (il 53%) provenivano dagli apparecchi a vincita e solo il 6% di giochi d’abilità. Per calcolare il margine lordo della gestione sono stati calcolati il costo della gestione dei servizi resi da soggetti esterni, direttamente associati con la gestione dei giochi (server, piattaforme di gioco, enti di certificazione) e successivamente, per differenza, gli operatori della filiera (distributori, concessionari, esercenti, tabaccai, gestori, ecc.). L’importo di tale differenza, che determina il margine operativo netto, ammonta nel 2023 a circa 9 miliardi (pari al 6,1 per cento della raccolta lorda, con un decremento di circa 100 milioni e sei decimi di punto percentuale rispetto a quello dell’anno precedente, in contrapposizione con la quota vincite, che invece sono aumentate di un punto percentuale.
Il gioco concentrato nelle mani di pochi soggetti
Da una tendenza in corso è stato rilevato il riassetto del settore del gioco con la concentrazione nelle mani di pochi grandi soggetti che hanno acquisito le concessioni da piccoli operatori che preferiscono avere il ruolo di gestore anziché essere concessionari, poiché come concessionari dovrebbero assolvere ad adempimenti molto onerosi, in particolare le piccole società poco strutturate. Anche tra i giocatori si sta verificando una disaffezione per giochi a totalizzatore, mentre al contrario le scommesse a quota fissa risultano più remunerative. La Corte ha anche ricordato che, ad oggi, le società affidatarie sono undici e ciascun concessionario assume in proprio la responsabilità organizzativa, tecnica ed economica, compresa quella per gli adempimenti agli obblighi tributari e all’esecuzione e gestione delle attività e delle funzioni oggetto della concessione anche nel caso in cui dovesse affidare parte dell’attività a terzi. Detto in breve il Concessionario è l’unico interlocutore dell’Agenzia, responsabile esclusivo nei suoi confronti, come oggetto passivo d’imposta. Di conseguenza è tenuto al versamento del PREU, oltre che del canone di concessione.
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