Verità e Bugie sul gioco d’azzardo in Italia

Verità e Bugie sul gioco d’azzardo in Italia

E’ ormai assodato che la stampa giornaliera diffonde notizie che non rispondono alla realtà sul sistema italiano del gioco legale ma il Corriere della Sera continua a esasperare gli animi.

In un ennesimo attacco al sistema del gioco autorizzato dallo Stato, il Corriere della Sera, ha esordito col titolo “Il gioco d’azzardo brucia le vite e il PIL”, ma quanto poi pubblica nel seguito, fornisce dati che non rispondono alla realtà e noi ve ne presentiamo un breve elenco.

Nell’ultimo ventennio le giocate d’azzardo sono aumentate dell’800%

 – In realtà nel 2000 la raccolta del gioco legale si attestò a circa 19 miliardi di euro, di conseguenza la crescita nell’ultimo ventennio è stata quindi del 470%.

Nel 2019 sono stati giocati 110,5 miliardi

– Il tabloide parla di centinaia di miliardi ma in realtà la spesa effettiva degli italiani, cioè la differenza tra quanto giocato e quanto restituito per le vincite è stata di 19,4 miliardi.

Le puntate in Lombardia ammontano a 14 miliardi, in Campania e Lazio a 7 miliardi, in Emilia Romagna a 6

– I dati reali dimostrano che la spesa in Lombardia è stata di 3,2 miliardi, nel Lazio e Campania di 1,8 e in Emilia Romagna di 1,3 miliardi.

L’Abruzzo vince per giocate pro capite con 1.170 milioni

– La spesa in Abruzzo per il gioco nel 2019 e stata di 473 milioni di euro, che suddivisa per 1,1 milione di abitanti maggiorenni (il gioco è vietato ai minori), comporta una spesa annua pari a 430 euro, equivalente a 35 euro al mese.

Esistono 418mila apparecchi da gioco tra Slot e VLT

Nel 2019 in Italia c’erano 57.938 VLT e 262.198 Slot (dati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli) che fanno un totale di 320.136 apparecchi e i restanti sono biliardini, flipper e giochi senza vincite in denaro.

Un milione e mezzo di giocatori hanno un profilo a rischio o problematico

L’Istituto superiore della Sanità parla di 1,5 milioni di giocatori problematici ma non necessariamente patologici e ciò significa che il 92% dei giocatori si diverte in modo responsabile e ragionevole.

Sarebbero 36 miliardi spesi per il gioco a distanza

– In realtà la spesa per il gioco a distanza è stata di 1,8 miliardi.

Il Corriere della sera va avanti di questo passo dimenticando che il settore ha dato lavoro a 120mila addetti e molti, dopo la chiusura, perderanno il lavoro, né parla della tassazione che supera il 50% e infine lo stesso Istituto Superiore della Sanità ha posto l’Italia al 5° posto tra i Paesi europei per percentuale di giocatori, ben lontana dalla Spagna, Regno Unito, Francia e Germania.

Il settore del giornalismo spesso lamenta di subire attacchi indiscriminati ma oggettivamente quelli tra di noi che si ritengono onesti dovrebbero riferire dati veritieri o almeno informarsi meglio prima di scrivere fesserie.

 

M.R.

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