Nel 2016 meno 178 imprese del gioco e SAPAR critica la Legge di Stabilità

Nel 2016 meno 178 imprese del gioco e SAPAR critica la Legge di Stabilità

La Legge di Stabilità 2016 sta producendo effetti deleteri sulle imprese del gioco lecito, così il Presidente Sapar rileva elementi vessatori nei confronti dei gestori.

Per capire lo stato confusionale in cui, da anni, versa l’industria e i gestori del gioco lecito italiani, che con l’ultima legge di Stabilità s’è anche aggravato, è bene tenere in considerazione alcuni numeri a dimostrazione che nel primo trimestre dell’anno in corso in Italia hanno cessato la loro attività nel settore del gioco lecito 178 aziende.

Erano 6542 nel primo trimestre 2016, le imprese registrate alla Camera di Commercio relative ad attività quali lotterie, scommesse e case da gioco di diversa natura, di cui 2661 sotto forma di imprese individuali, mentre 2793 come società di capitale e 1050 come società di persone o di altra forma. L’attuale situazione mostra che 5944 imprese sono ancora attive cui si aggiungono 58 nuove iscrizioni contro 178 cessazioni. A livello generale però la situazione sembra stabilizzarsi perché, a fronte del saldo negativo delle imprese che hanno cessato la loro attività, il numero dei fallimenti s’è ridotto e complessivamente il totale delle imprese italiane è pari a 6.038.891 unità, di cui 1.347.820 artigiane.

Già nel 2015 la Legge di Stabilità vessava i gestori

Il rimprovero al Governo di favorire le Lobby è stato ripreso dal Presidente Raffaele Curcio che, ritenendo la legge di Stabilità 2015 vessatoria nei confronti dei gestori del gioco lecito, ha affermato: “Mai il Governo era arrivato ad una tale dedizione verso le lobby” – e spiegato che la legge era stata concepita male perché vessatoria nei confronti del comparto dei giochi, ha affermato – molto probabilmente è stata redatta ad hoc per indebolire economicamente la filiera e soprattutto i gestori”.

Nel commentare l’articolo “Slot buco da 160 milioni Concessionari e Gestori non pagano le tasse”, pubblicato su il fattoquotidiano.it, Il Presidente dell’Associazione Nazionale Sapar/Confesercenti ha aggiunto: “Che questa norma sia stata concepita male lo dimostra l’ordinanza del TAR del Lazio che ha rimandato la legge alla Corte Costituzionale con motivazioni pesanti”. Ovviamente il Pres. Curcio, implicitamente deduce che il rinvio alla Corte Costituzionale avrebbe dovuto indurre il Governo ad una profonda riflessione degli errori contenuti nella legge, il quale invece avrebbe mostrato la volontà di distruggere il settore.

Condividiamo la posizione del Pres. Sapar che Mondo Automatico aveva espresso da tempo e ora viene ufficialmente avallata dall’Associazione, infatti nel seguente commento Curcio spiega: “Quasi per ritorsione, ma direi quasi con maggiore volontà di distruggere la filiera, il Governo ha riproposto la formula per la dissoluzione del settore, portando l’aumento del PREU al pari di una sostituzione forzata degli apparecchi con una contestualità inesistente, in spregio a tutte le dinamiche aziendali ed imprenditoriali”. Concludendo il suo pensiero il Pres. Sapar ha quindi rincarato la dose: “Mai un Governo, che oltretutto nessuno ha eletto, era arrivato ad un tale livello di dedizione alle lobby, arrogandosi oltretutto il diritto di portare alla chiusura le aziende. Se non verranno poste adeguate misure nei confronti di queste norme scellerate, lo Stato poi dovrà inventare una scusa veramente buona per giustificare la perdita del lavoro di oltre 30.000 persone impiegate nel comparto dell’intrattenimento”.

Non è stato tenero il Pres. Curcio con il Governo, ma riprendendo le parole di uno storico Papa: “Quando Ce Vò Ce Vò !”.

Bene Presidente siamo tutti con te!

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