L’Italia non ha ancora regolarizzato gli e-Sport

L’Italia non ha ancora regolarizzato gli e-Sport

Non avendo una chiara disciplina sugli e-Sport gli operatori navigano a vista.

I giovani imprenditori che offrono divertimento attraverso gli e-Sport si trovano ad operare nel vuoto, infatti Giancola, dello studio legale Martinelli Rogolino, ha dichiarato: Ci troviamo di fronte a una manifestazione di attività che si può dividere in tre aspetti: Publisher, simulazione di sport e gaming puro. Malagò, in audizione alla Camera, ha detto: Al settore serve un approccio su misura.

Vrabie, giocatrice professionista ha precisato che paesi come Francia, Inghilterra, Spagna e Germania vedono il mondo del gaming e degli e-Sport come una grande opportunità per il Paese, mentre in Italia questo non è ancora riconosciuto e se ci faremo sfuggire questa opportunità il Paese perderebbe molto dal punto di vista sociale ed economico.

Imperatore, Sviluppatrice di videogiochi, in audizione alla Camera ha chiesto il ripristino del First Playable Fund e ha spiegato: “Nel 2020 ho creato una campagna di raccolta fondi per creare il primo gioco al mondo sulla psicoanalisi freudiana. Questa ha avuto successo e da allora in poi ho iniziato a produrre il videogioco”. Ovviamente la sig.ra Imperatrice non s’è occupata della disciplina. Come detto in partenza, l’Italia arriva sempre dopo i Fuochi, ma gli e-Sport stanno avendo grande successo nel mondo e non regolarizzali con apposita legge costituirebbe un rilevante danno economico.

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