La Pandemia sfoltisce il numero delle imprese del gioco
Stando ai dati forniti da Unioncamere, il 2021 è cominciato male per le aziende del gioco, molte non hanno riaperto.
A parte la mancata nascita di nuove imprese, il primo trimestre del 2021 è cominciato male per il gioco e le scommesse in rapporto al 2020.
Le imprese iscritte sono 8187, ma solo 7216 hanno ripreso l’attività
Se i dati rispondono alla realtà, sono quasi il 12% le aziende che hanno dato forfait nel primo trimestre dell’anno e da notare che, delle attive, circa 4200 sono società di Capitale, ma anche di queste ne risultano attive solo 3466. Il rimbalzo aspettato è stato timido ed è stato condizionato dalla pandemia e dall’incertezza che si addensa sul futuro che scoraggia gli imprenditori ad investire in un settore perseguitato da sempre, perciò la Pandemia ha acuito lo scoraggiamento degli imprenditori. Con la confusione sui dati epidemici riferiti dai vari specialisti, solo pochi hanno creduto ad una rinascita del sistema gioco Italia e ad essi si aggiunge la responsabilità sul controllo degli avventori, che non può essere scaricato sulle imprese, del Green Pass che è obbligatorio e per ultimo, ma di grande rilievo, sono le nuove regole chieste dall’Italia e momentaneamente approvate dalla Commissione Europea. Se è il caso di esprimere un commento, i “No Gioco” non dovranno più protestare perché hanno parzialmente raggiunto il loro obbiettivo, ma allo Stato mancano i miliardi che il sistema del gioco forniva alle casse dello Stato. E non dimentichiamo che stiamo parlando del “gioco legale” perché quello illegale continua a prosperare, come quello online che viene in gran parte praticato su siti esteri totalmente incontrollabili.
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