Con la digitalizzazione il gioco italiano vuole ottenere la legalità
Per ottenere la piena legalità e sicurezza nel gioco in Italia entra in ballo la digitalizzazione
Per essere precisi il Covid 19 ha smosso tutte le legislazioni europee che richiedono l’uso di sistemi digitali per mettere fine a critiche, talvolta anche ingiustificate, e ad assicurare sia i giocatori che le stesse aziende, ma anche le entrate fiscali per gli Stati. Gli interessi sono spesso contrapposti e non sarà facile trovare un equilibrio tra tante opinioni divergenti, ma l’aumento del gioco illegale, che è notevolmente aumentato in Italia durante il periodo del LockDown, richiede un approccio al gioco diverso. Le grandi aziende sono quasi tutte a favore dello sviluppo tecnologico per via digitale perché, secondo loro, garantirebbe la sostenibilità e l’accettazione da parte del pubblico e delle autorità di controllo.
Per applicare il sistema digitale servono leggi meno repressive
Dunque da quando il gioco con premi in denaro è stato legalizzato nel nostro Paese ha subito ripetutamente provvedimenti repressivi nel vano intento di ridurre la pratica del gioco, ma il sistema ha funzionato poco o niente perché, parallelamente al gioco legale, è cresciuto quello Illegale che una parte degli italiani non ritengono dannoso e che ovviamente non paga tasse, perciò è quello che lo Stato vuole combattere. Gli imprenditori Italiani dopo la legalizzazione del gioco con premi in denaro (gaming) hanno investito ingenti somme nei macchinari ed hanno saputo migliorare anche la loro professionalità e tuttavia hanno subito discriminazioni ed angherie di ogni genere. Ora, secondo gli esperti, è giunto il momento di un serio intervento del legislatore anche perché, dopo la tanto attesa della Conferenza Stato Regioni, è cresciuta la confusione nel comparto con le Regioni che hanno emanato provvedimenti diversi una dall’altra, costringendo gli appassionati del gioco di migrare in Regioni con regolamenti meno punitivi. Poi è arrivato il Decreto Dignità, un vero buco nell’acqua, che ha quasi paralizzato le imprese italiane e assicurato vantaggi ai concorrenti stranieri. Col Decreto Dignità si pretendeva di combattere la ludopatia nonostante l’Istituto della Sanità dicesse che la dipendenza da gioco fosse un fenomeno a parte che nemmeno il divieto della pubblicità poteva fermare. Le perdite per i gestori delle sale sono state rilevanti, ma soprattutto anche per gli ippodromi mentre i regolamenti regionali diversificati consentivano di spostarsi da un luogo all’altro, e nemmeno è stato considerato che esisteva il “gioco online” gestito da imprese straniere che non poteva essere impedito ed infatti ha subito una impennata di frequenze. Recentemente è stata esaminata la regola della verifica degli apparecchi che deve accertare la conformità all’uso della forma di funzionamento dell’hard e del software e le aziende che svolgono la verifica possono addirittura chiedere all’industria il “Codice Sorgente” per individuare i gruppi hard e software interessati. Ora si tenta di crescere o recuperare il tempo perduto con l’ausilio della tecnologia, ma il tentativo fallirà se non verranno emanate leggi meno mirate ad incassare soldi per lo Stato senza tenere in considerazione le esigenze dei cittadini. Dopo la devastante pandemia il legislatore deve necessariamente valorizzare il lavoro delle aziende e con esso quello dei lavoratori gran parte attualmente disoccupati. La questione è ancora sub-judice perché anche la Comunità Europea ha avanzato reclami, ma la speranza di una qualche revisione è molto esile. Comunque il nodo più difficile da sciogliere resta quello degli investimenti necessari per imporsi nel mercato nell’era virtuale. Speriamo e auguriamo con tutto il cuore che le imprese italiane sappiano superare anche questo ostacolo. Certo il futuro nessuno lo conosce per questo Mondo Automatico augura a tutti tanta fortuna.
M.R.
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