Il Governo non impugna le modifiche alla legga del Lazio
L’ultima riunione tenuta dal Governo Draghi ha deliberato di non impugnare la legge regionale del Lazio n.16 dell’ 11/08/2022.
Sono dunque confermate le disposizioni entrate in vigore con la legge regionale dello scorso luglio che prevedono una distanza minima di 250 metri per le nuove attività di gioco, mentre quelle già autorizzate e funzionanti potranno continuare la loro attività. Le regole per le nuove aperture sono: “La separazione dello spazio dedicato alle slot e VLT, distanziometro di 2 metri tra gli apparecchi, pausa di 5 minuti del funzionamento dei giochi dopo 30 minuti di utilizzo, divieto di accesso a soggetti in stato di ubriachezza e divieto di fumo dove sono installati i giochi”. Quanto agli orari la norma resta quella individuata dai Comuni con una durata complessiva di almeno 8 ore. Se un Comune non ha individuato la fascia oraria si applicano le fasce orarie di 8 ore complessive consecutive dalle 2 alle 10 per le sale giochi, ma negli esercizi dove è vietato l’accesso ai minori e l’attività del gioco è prevalente la fascia oraria è di 12 ore, di cui 10 consecutive. L’apertura di nuove sale gioco è consentita a condizione che: “Siano ubicate a 250 metri da aree sensibili e devono rispettare le seguenti prescrizioni: riduzione delle giocate a non meno di una giocata ogni trenta secondi per gli apparecchi alle lettere a) e b) del comma 6 dell’Art.110 del Rd 772/1931 e successive modifiche”. Fermo restando quanto previsto dall’Art.110 del Rd 773/1931, sono vietate le apparecchiature di gioco all’interno di istituti scolastici di qualsiasi ordine e grado, centri sportivi e luoghi di aggregazione giovanile di cui alla legge del 28 agosto 1997, centri anziani, strutture residenziali o socio assistenziali oltre a luoghi di culto.
Le Sanzioni
La violazione delle disposizioni per più di due volte comporterà la chiusura dell’esercizio. Il fondo per le spese per la disinstallazione di apparecchi da gioco è incrementato di 100mila euro per il 2023 e di 250mila euro per il 2024. Su queste disposizioni è stata aperta un’indagine della Commissione Europea e, se la Commissione dovesse accertare una violazione della direttiva in materia di comunicazione di regole tecniche, gli appellanti potrebbero rivolgersi alla Magistratura in ragione di una misura che viola le normative UE.
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