Crolla del 22% la spesa per Slot in Piemonte, ma sale il gioco online e le scommesse
Nonostante il crollo della spesa per le slot machine, la legge regionale piemontese ha mancato l’obiettivo di eliminare la passione per il gioco degli italiani.
I provvedimenti emanati dalla Regione Piemonte contro l’attività del gioco alle slot ha avuto effetti rilevanti insieme alla Regione Lazio dove ambedue registrano un netto calo della raccolta. Questi i dati raccolti del “Libro Blu 2018” pubblicati dall’agenzia delle Dogane e dei Monopoli che non rappresenta un quadro migliorativo in tema di dipendenza da gioco. L’istituzione del regolamento che riduce l’orario di apertura dei luoghi del gioco, l’introduzione dei luoghi sensibili e l’ampliamento delle distanze minime tra i luoghi in cui si possono operare tali giochi non hanno ridotto la partecipazione al gioco della popolazione, ma soltanto modificato la scelta dei giochi. Di conseguenza gli appassionati a tale pratica si sono rivolti verso altri tipi di giochi con vincite in denaro e sono risultate ridotte anche le entrate fiscali dello Stato.
La variegata offerta di giochi non cambia i fatti, ma sopperisce ai divieti
Per un appassionato di giochi elettronici e per quelli che credono ciecamente nella fortuna o per coloro che credono di poter diventare ricchi premendo un pulsante, percorrere 2 chilometri in più o recarsi in un luogo del gioco due ore più tardi non fa alcuna differenza, e poi nell’era cibernetica non è affatto necessario visitare un luogo fisico del gioco legale perché esiste la rete globale che consente di giocare in tutto il pianeta comodamente da casa o seduto nella metropolitana. Nell’immensa offerta di giochi che circola in rete i giocatori più incalliti non hanno avuto alcun problema di scegliere altre forme di gioco per soldi. Infatti i risultati del Libro Blu, che riferisce i dati del 2018, ha dimostrato chiaramente che se le slot hanno perso appeal sono cresciuti i giocatori delle scommesse sportive, dei Casinò online e addirittura delle scommesse virtuali che si basano sul puro caso e che nulla hanno a che vedere con un eventuale pronostico di chi crede in un determinato “Cavallo, in una Squadra o in un Atleta”. Un gioco che ha registrato un vero calo è senza dubbio il Superenalotto, ma il fenomeno è in corso da anni perché non si riesce mai ad ottenere una vincita decente, come dimostra l’ultima estrazione che con una schedina casuale da 2 euro ha pagato niente po’-po’ che oltre 200 milioni di euro. Le signore si affidano maggiormente ai Gratta e Vinci, ma nella sostanza con i divieti nulla è cambiato e i cittadini si domandano: Perché pagare premi di 200 milioni di euro a un solo giocatore quando la cifra potrebbe essere distribuita tra tante vincite e rendere felici molte persone? Eppoi cosa ci farà il fortunato vincitore con tanti soldi?
M.R.
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