Il Codice ATECO non è affidabile
Scegliere il Codice ATECO per selezionare le aziende che hanno diritto ai ristori scontenta molti operatori del divertimento.
Il Codice ATECO ha causato molti problemi alla filiera del gioco, come si evince nell’ultimo DPCM che, avendo imposto dure restrizioni ai Bar e ad altri luoghi in cui operano gli apparecchi da gioco, ha sorvolato sui minimarket e i negozi che vendono alcolici e bevande pur non essendo la loro attività prevalente. Insomma si voleva avere una fotografia affidabile della realtà mentre si è aperta la strada a tante disparità.
Confesercenti ha spiegato: “Utilizzare l’ATECO vuol dire lasciare migliaia di aziende nell’incertezza normativa visto che possono avere un codice di attività “prevalente” che non corrisponde alla totalità dei servizi offerti. Oggi un imprenditore che abbia un bar-pasticceria con codice ATECO 56.3, quello dei bar, deve chiudere alle 18.00. Ma i suoi colleghi con attività di pasticceria (codice 56.1), che offrono un servizio bar come attività non prevalente, possono continuare a vendere fino alle ore 22.00 anche gli alcolici. Stessa condanna per le imprese che vendono bottiglie di vino e le enoteche con codice 47.25 che sono costrette a chiudere, ma i minimarket e supermercati, dove è possibile comprare gli stessi prodotti, rimangono aperti”. E’ chiaro che il problema si estende ai ristori il cui codice di attività economica ha escluso molte aziende, addirittura gli agenti di commercio che forniscono la ristorazione o le tabaccherie e le edicole che svolgono come attività secondaria la somministrazione, che i vari DMPC hanno ignorato e quindi escluso dalle restrizioni. E’ ovvio che dovrà essere abbandonato questo criterio, oppure gli aiuti verranno elargiti solo ad alcuni, mentre dovranno includere tutte le imprese che hanno subito un calo di fatturato superiore al 30%.
La confusione coinvolge anche gli addetti alla lettura dei contatori
Le restrizioni imposte per frenare il virus hanno reso incomprensibili alcuni doveri degli operatori. Sembra assurda la richiesta ai gestori di verificare dal vivo la lettura annuale dei contatori, attività che coinvolge migliaia di operatori che gestiscono gli apparecchi da intrattenimento, perché la burocrazia non sospende la lettura. Pur essendo le slot bloccate ormai dal mese di novembre scorso, i concessionari di rete devono richiedere ai noleggiatori, proprietari degli apparecchi, la lettura del resoconto annuale che in pratica è l’ultima lettura del 2020 e che non può essere altro che la stessa di inizio 2021. E, come se non bastasse, gli apparecchi da gioco vengono ritenuti facilitatori di contagio e quindi devono pagare il prelievo erariale che è stato recentemente aumentato.
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