Il Viminale dà il via ai controlli sul Green Pass

Il Viminale dà il via ai controlli sul Green Pass

Dopo le polemiche sull’applicazione del decreto e le proteste dei ristoratori su chi deve effettuare le verifiche, arriva la fase operativa.

Dopo l’impegno delle forze dell’ordine sui Green Pass durante l’intera stagione estiva che hanno fatto rispettare le regole emanate dal Ministero dell’Interno con multe e sanzioni, e la multa può essere molto salata perché si va da 400 a 1000 euro, non si sono placate le polemiche.

Massimi controlli nelle sale giochi, scommesse e Casinò

 Un settore sotto la lente d’ingrandimento non potevano che essere i luoghi del divertimento perché è opinione di molti che sono luoghi dove spesso non rispettano il distanziamento e quindi sono stati controllati frequentemente. Ma l’On. Mirabelli (Corte Costituzionale) è intervenuto e ha detto chiaramente “No a Stato di Polizia e il gestore può richiedere un documento se il certificato risulta falso, ma il cliente può andarsene”. Poi ha sottolineato che “Il controllo può esserci nei pubblici esercizi perché c’è il rischio di contagio nei luoghi chiusi ma, una volta esibito il Green Pass, il gestore non può fare altre indagini e i vincoli, se ci devono essere, devono essere proporzionati all’obbiettivo da raggiungere. Per alcune attività c’è però l’onere di avere i requisiti di carattere sanitario”.

E’ intervienuto anche il Garante della Privacy che, rispondendo all’Autorità relativamente alla Regione Piemonte, ha specificato che le figure autorizzate alla verifica dell’identità personale sono quelle indicate nell’articolo 13 del d.P.C.M. 17 giugno 2021 con le modalità in esso indicate salvo dovessero sopravvenire modifiche. Alla domanda del Cons. Maurizio Marrone sui percorsi amministrativi, affari legali, emigrazione e cooperazione internazionale, l’Autorità ha risposto: “Il tema da Lei rivolto all’Autorità solleva indubbio interesse generale perché relativo ai limiti e ai presupposti del potere di accertamento dell’identità del titolare delle certificazioni verdi. Per quanto di competenza di questa Autorità, tuttavia, non può che rilevarsi come l’art.9-bis, c.4, secondo periodo del DL 22 aprile 2021 n.52, introdotto dall’art. 3 del Dl. 23 luglio 2021, n.105, prevede ai fini della regolamentazione delle modalità di esecuzione della verifica delle certificazioni l’applicazione, anche nelle nuove ipotesi di ostensione introdotte dal DL. N. 105 della disciplina procedurale prevista dal pc attuativo dell’art. 9, c.10, del DL.52, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 giugno 2021, n.87”. Ovviamente consigliamo i lettori di Mondo Automatico di farsi rappresentare dal un legale competente. Ma la storia non finisce qui perché la Ministra dell’Interno Lucia Lamorgese ha dichiarato che: “Il rispetto delle regole è importante” e ha aggiunto che interverrà anche la polizia amministrativa.

Non è mancato l’intervento di un esercente che, rivolgendosi alla Ministra Lamorgese, ha posto una scomoda domanda “Se non possiamo chiedere la carta d’identità, poi non multateci se qualcuno usa un certificato verde non suo”. La risposta della Ministra è stata alquanto evasiva perché ha ribadito: “Saranno i titolari a provvedere, anche se non potranno chiedere la carta d’identità ai clienti”. Facendo intendere che l’attività di controllo non può essere svolta solo dalle forze dell’ordine, perché significherebbe distoglierle dal loro compito prioritario che è garantire la sicurezza. La domanda dell’esercente ci sembra pertinente perché gli esercenti non possono sapere se la Carta Verde corrisponda alla persona in questione o ad altra persona coetanea. Come vedete il Green Pass è una patata bollente che tutti vogliono scaricare su altri, comunque ci è pervenuta la notizia che per risolvere il problema sarebbe in preparazione una apposita circolare.

Speriamo che venga presto pubblicata.

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