Quali gli effetti della BREXIT sul mercato del Gaming europeo
Nell’Europa disunita che conosciamo ognuno gestisce i gaming a modo proprio, ma ora la Gran Bretagna, Paese leader del gaming, potrebbe accentuare le differenze.
Una breve panoramica sulla politica dei Paesi europei fa capire lo stato caotico che regna nel vecchio Continente che negli ultimi mesi ha dovuto chiedere il consenso dei cittadini per attuare alcune direttive attraverso un Referendum, una consultazione popolare prevista nelle Costituzioni dei Paesi dell’UE. In Italia s’è svolto l’ultimo Referendum per stabilire sé ed in quali termini temporali si potevano effettuare le trivellazioni del gas e petrolio. Ad ottobre ci aspetta un altro Referendum per rivedere una parte dell’assetto costituzionale. In Olanda e Ucraina s’è votato per chiedere la Democrazia diretta e stabilire quali rapporti intrattenere con l’Europa.
Essere o non essere membro della Comunità Europea?
Il termine BREXIT, coniato per indicare la fuoriuscita della Gran Bretagna dell’UE, fa tremare i polsi a molte organizzazioni soprattutto quelle finanziarie ed economiche che negli ultimi anni hanno stabilito solidi rapporti commerciali con i Paesi appartenenti all’Unione.
Uscire dall’UE significa rinunciare ad un mercato di 500 milioni di cittadini consumatori e quindi ai conseguenti benefici economici, ma anche evitare le imposizioni economiche che la UE prevede oltre a controllare meglio la concorrenza di altri Paesi. Tuttavia gli europei sanno bene che la UE ha garantito decenni di benessere e pace nel nostro Continente e ora con una consultazione populista tutto salterebbe in aria. Al momento che azzardiamo questa ipotesi i dati raccolti dalle agenzie non confermano la volontà dei cittadini del Regno Unito di uscire dall’Europa, mentre sappiamo che gli euroscettici inglesi si accontenterebbero di applicare i modelli di collaborazione che intrattengono con l’UE, la Svizzera e la Norvegia, cioè la libera circolazione dei cittadini mentre i trattati di libero scambio dovrebbero essere ricommercializzati.. Sarebbe come dire: “voglio la botte piena e la moglie ubriaca”, una richiesta difficile da accettare e comunque anche i britannici uscirebbero indeboliti dalla separazione.
Certo l’Europa unita ha bisogno di riforme che potranno essere effettuate con successo solo se anche i britannici partecipano, ma loro si sentono in posizione di forza anche dal punto di vista finanziario perché la Borsa di Londra influenza pesantemente i mercati internazionali. Se la Brexit fosse approvata dai cittadini britannici gli effetti negativi per il resto d’Europa sarebbero almeno due.
Il primo effetto e forse più deleterio sarebbe quello di stimolare lo spirito di simulazione in altri Paesi come quelli dell’Est che sono con un piede nell’UE e con l’altro fuori perché non hanno ancora assunto la circolazione dell’euro nei loro budgets economici. Il secondo effetto influirebbe sull’industria del gaming alla quale viene a mancare la spinta tecnologica che negli ultimi anni ha fortemente migliorato le tecnologie del gaming, sotto gli aspetti tecnologici, online e sociali.
Il divorzio proprio come nei matrimoni non risolvono mai i problemi e ambedue le parti ne uscirebbero sconfitte. Invece di dividerci, restando nell’UE, i britannici potrebbero dare un forte contributo all’unificazione delle leggi che regolano la Comunità europea, comprese quelle del gaming e allora il mercato fiorirebbe come negli anni post Seconda Guerra Mondiale.
Massimo Ranalli
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