L’ospitalità italiana è pelosa
Anche nella recente Enada di Roma il Bel Paese, famoso per l’ospitalità, ha dimostrato poco spirito di accoglienza nei confronti degli operatori stranieri venuti nella capitale.
Potremmo davvero ritenerci eredi della classica cultura greco-romana se noi italiani avessimo maggiore sensibilità verso le esigenze dei nostri amici europei che ci visitano per le bellezze dei luoghi artistici, ma anche per motivi commerciali.
La storia che segue rispecchia la tipica insensibilità dei nostri addetti ai lavori di ricezione e accoglienza durante eventi e manifestazioni di natura economica. Questa volta la scortesia è stata riservata al sig. John Stergides, noto imprenditore britannico titolare della Electrocoin che intrattiene rapporti di lavoro con diverse aziende italiane, il quale ha ricevuto un immotivato rifiuto dagli addetti ai sportelli dell’entrata centrale di Enada 2017 a Roma. Il sig. Stergides, accompagnato dal figlio, avendo un incontro urgente in fiera non poteva aspettare l’arrivo della sig.ra Victoria Lee il cui volo da Taiwan portava un ritardo, e quindi hanno chiesto gentilmente di tenere in deposito per un breve lasso di tempo i Badges della signora, per consegnarli al suo arrivo previa identificazione. Il netto rifiuto degli addetti l’ha sorpreso e ci ha riferito:
“Abbiamo avuto alcune difficoltà qui a Roma, sia per il ritardo di 3 giorni alla risposta alla nostra E-Mail inviata all’organizzazione della fiera, che all’entrata al padiglione fieristico”.
Ci dispiace Sig. Stergides, ma come è successo?
– E’ certamente un problema organizzativo perché tenere in deposito un biglietto di entrata per un quarto d’ora non comporta eccessivo lavoro, né rispondere alla nostra Mail dopo 3 giorni è il modo giusto per accogliere i visitatori in fiera.
Forse c’è stato qualche disguido con il personale
– Non sappiamo, ma ci hanno creato difficoltà e probabilmente tale atteggiamento giustifica il ridotto volume della manifestazione.
Non è la prima volta che si verificano scortesie o trattamenti differenziati da cliente a cliente e, pur comprendendo la complessità del lavoro che svolge l’organizzazione, non possiamo che consigliare di addestrare meglio gli addetti all’accoglienza per evitare di perpetuare il vecchio sistema italiano dei figlie e dei figliastri.
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