L’ESPRESSO attacca il gioco legale, ma senza prove
Il settimanale “Espresso” avverte” sulla crescita della partecipazione dei giovani al gioco via internet, ma con dati non riscontrabili.
Non è la prima volta che un giornale riferisce dati sul gioco che non hanno riscontro nella realtà. L’Espresso nel suo articolo ha affermato che i giovani giocano fino a 1.000 euro al giorno e questo appare molto improbabile perché gran parte dei giovani non dispongono di tale cifra. Naturalmente non ha fatto nomi se non quello fittizio di un certo “Antonio” che è arrivato a giocare 1000 Euro al giorno, affermazione alla quale è arrivato anche il sostegno dell’Associazione “ Vinciamo il Gioco” alla quale risulterebbe che il 27% dei giocatori problematici sono individui sotto i 25 anni confermando anche che alcuni di loro giocano fino a 1000 euro; e non è nemmeno mancato il supporto dell’Istituto della Sanità basato su un campione di cittadini sui quali sarebbe stata effettuata la ricerca. Secondo tale ricerca durante il primo LockDown sarebbe scesa la percentuale dei giovani che giocava su internet fino all’8%, per poi risalire al 13% nella seconda fase della pandemia. L’informazione è espressione di libertà e rafforza la democrazia, ma deve diffondere una consistente porzione di verità altrimenti risulta deviante e dannosa per interi comparti economici. Alcuni esponenti dell’ISS sono del parere che il fenomeno del gioco non sia passeggero, ma si verifica tra persone che vivono un disagio sociale e sono affette da altre dipendenze, ma proibirlo non risolverebbe il problema.
Secondo L’Espresso il disturbo da gioco d’azzardo rientrerebbe nel novero delle dipendenze del nuovo millennio, e si associa a quelle del fumo, alcool, droga, shopping e l’uso eccessivo dello smartphone. La Dott.ssa Maria Pontillo, specialista in Neuropsichiatria per l’infanzia e l’adolescenza del Bambin Gesù di Roma ha dichiarato che alcuni genitori hanno segnalato che i propri figli rubavano soldi in casa e si appropriavano delle loro carte di credito per giocare. Abbiamo in Italia circa 10 milioni di ragazzi nella fascia di età pre e post adolescenziale, se è vero ciò che afferma la Dott.ssa Pontillo significa che abbiamo qualche milione di ragazzini che giocano ogni giorno perché, tra l’altro, è stato specificato che sarebbero il 34%, ma di tutti questi dati e percentuali non si conosce la provenienza. Poi L’Espresso fa una affermazione che noi tutti conoscevamo e cioè che le mafie approfittano dei ragazzi malati di gioco e concedono loro prestiti usurari. Anche di questi dati non abbiamo alcun riscontro oggettivo, ma questo rafforza il ruolo del gioco legale quale baluardo all’illegalità. L’intero articolo mostra una particolare tendenza a descrivere il gioco legale come settore da evitare, che danneggia i cittadini in un momento in cui infuria la disoccupazione, mentre si contraddice menzionando l’azione delle mafie che il gioco pubblico e legale rifiuta decisamente. Esso è riprova che molte testate giornalistiche parlano del gioco senza disporre delle necessarie conoscenze, come dimostra il fatto che vengono continuamente rilevati errori nelle loro affermazioni a causa della non conoscenza del comparto. Se l’informazione non è corretta, supportata dai nomi e fatti dimostrabili reca gravi danni alle aziende e talvolta anche alla vita privata dei semplici cittadini.
Solo gli utenti registrati possono commentare. Clicca qui