L’Avv. Osvaldo Asteriti critica la riforma dei giochi e Porsia chiede garanzie
Il famoso accordo Stato-Regioni ha suscitato una valanga di dissensi perché non convince il modo come verrà praticata la riduzione degli apparecchi da gioco.
L’Avv. Asteriti, a sostegno della sua critica, cita quanto affermato dallo Stesso On. Baretta che più volte ha detto che la riduzione riguarda solo le slot machines ma non tocca le VLT, che sono ritenute più pericolose, o altri tipi di gioco e ha precisato: “Eliminare le slot machines dagli esercizi generalisti secondari come alberghi, ristoranti, edicole stabilimenti balneari per concentrare in sale dedicate che una volta ottenuta la certificazione non dovranno neppure osservare le distanze dai luoghi sensibili, più che una riduzione sembra un Efficientamento del sistema a fini di maggiore redditività”. Secondo l’Avvocato le slot vengono rimosse da luoghi meno remunerativi per concentrale in luoghi di alta redditività dimenticando la finalità della riduzione che mira alla tutela della salute dei giocatori.
Ai Comuni spetta stabilire la strategia dell’azzardo
In merito alla potestà dei Comuni di regolare la presenza del gioco nei loro territori, l’Avvocato redarguisce coloro che gridano al proibizionismo ogni volta che si tenti di regolare l’offerta del gioco e, citando la libertà di iniziativa economica privata, ricorda: “L’articolo 41 della Costituzione effettivamente al primo comma fissa tale principio, tuttavia al secondo, sempre dimenticato, precisa che la stessa non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”.
Il Pres. di HBG Antonio Porsia chiede la garanzia degli investimenti
Pur non potendo dissentire sulla interpretazione che l’Avv. Asteriti ha fornito del dettato costituzionale in merito alla libertà di iniziativa economica privata, il Pres. Antonio Porsia rivendica il diritto di vedere garantiti gli investimenti che le imprese hanno effettuato e ha dichiarato: “Stiamo vivendo una fase in cui la rabbia sul gioco è più forte che mai. Dobbiamo ricordare la strada che abbiamo fatto. Siamo partiti all’inizio del 2000 verso una progressiva legalizzazione di una offerta che era totalmente illegale. Lo Stato ha dimostrato la validità del sistema concessorio e noi come concessionari non ci siamo inventati nulla, ma abbiamo applicato le leggi”. Quindi ha aggiunto che forse c’era bisogno di una razionalizzazione, ma il Governo ha sempre sostenuto il gioco legale e ha concluso: “La nostra preoccupazione è che questa ventata di proibizionismo porti ad una emersione dell’illegalità”.
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