Gli operatori del gioco sul viale del tramonto
Le chiusure dei luoghi del gioco stanno affossando le speranze degli operatori che sono allo stremo delle forze.
L’abbiamo scritto più volte che il settore più colpito dalle chiusure contro il Covid è quello del gioco legale che ha messo centinaia di famiglie in grandi difficoltà. Gli appartenenti al comparto hanno più volte indirizzato petizioni al Governo e ultimamente anche le donne hanno svolto un “Sit-In” a Montecitorio per chiedere al Governo di allentare la morsa delle chiusure che secondo vari studi e analisi non hanno risolto la piaga della ludopatia nonostante il settore abbia rispettato rigorosamente tutte le normative e le limitazioni inerenti, i tempi di apertura. Anche il ricco Nord del Paese ora chiede di riaprire ma le sopraggiunte “ Varianti del Virus” rendono la trattativa con il Governo più difficoltosa. Alcuni titolari di aziende hanno detto: “Chiediamo soltanto di poter lavorare perciò speriamo tutti che le autorità rivolgano un minimo d’attenzione si di noi perché dobbiamo pagare le tasse, la SIAE, gli affitti, il personale, che non possiamo licenziare e ci dicono di riconvertire le aziende”. Insomma finora non è stata trovata una soluzione per le imprese del gioco legale che sono Partita IVA come tante altre ma i ristori non li hanno ricevuti e spesso nemmeno la cassa integrazione per gli operai. In quanto alla consigliata “ riconversione”, dicessero in cosa si dovrebbero riconvertire le aziende di un settore che opera esclusivamente con apparecchiature del divertimento?
FIOM-Cgil, chiede misure specifiche per le aziende del divertimento
Sulle chiusure delle attività del gioco è sceso in campo il Sindacato Fiom-Cgil e chiesto che vengano prese in considerazione le necessità di migliaia di lavoratrici e lavoratori che stanno fermi senza alcuna prospettiva aziendale: Il sig. Fabrizio Proietti, coordinatore nazionale Fiom. Cigl per Lottomatica ha lamentato: “Gli appartenenti alle aziende del gioco legale non hanno alcuna visibilità né prospettive sul loro futuro, ma il settore non può essere tenuto chiuso all’infinito”. Poi ha confermato ciò che sapevamo, cioè che la chiusura ha avvantaggiato le grandi aziende internazionali che offrono il gioco online perché i cittadini durante la chiusura hanno spostato il loro interesse sui canali digitali, spesso illegali e che non pagano le tasse. L’Agenzia dei Monopoli ha sottolineato la ripresa del gioco illegale e un calo di entrate fiscali pari a 4,5 miliardi per le casse dello Stato che ne avrebbe urgente bisogno. In conclusione per fare un bene appare sempre più evidente che si sta causando un danno al nostro Paese sia sotto l’aspetto sanitario, etico, perché non ha risolto i problemi della dipendenza da gioco, ed economico oltre ad avere ridotto le imprese sulla soglia del fallimento.
M.R.
Solo gli utenti registrati possono commentare. Clicca qui