Finalmente il Governo lascia spazio agli Enti Locali
L’ultima riunione di agosto tra governo ed Enti Locali non può essere certamente chiamata Conferenza Unificata, ma almeno è stato un tentativo verso una forma d’intesa che tutti si aspettavano e il 7 di settembre s’è concretizzato l’accordo tra Stato e Regioni.
Il Movimento 5 Stelle ha definito “Blitz Estivo”, l’incontro che s’è svolto nel mese d’agosto tra Governo ed Enti Locali e, pur esagerando, in qualche misura c’è del vero nella definizione perché dopo tanti rinvii, un breve incontro non poteva assolutamente avere il valore politico della tanto attesa Conferenza che deve stabilire quali competenze spettano al Governo e quali alle Regioni non solo in tema di giochi ma anche per altre funzioni di cui la nostra Costituzione non ha chiaramente distinto i ruoli tra le due istituzioni, e le conseguenze le vediamo anche nelle recenti procedure delle vaccinazioni per le quali ogni Regione ha adottato regole a proprio piacimento.
Il riordino del gioco non riguarda solo le Slot e le VLT
Ora con l’entrata in campo del Premier Gentiloni, le posizioni del Governo sembrano essersi ammorbidite dopo che il Referendum per l’abolizione del Senato, voluto da Renzi, che è stato un vero buco nell’acqua. Se fosse meglio abolire il Senato oppure no, ce lo dirà il futuro, ma gli italiani hanno chiaramente chiesto due “Camere” per maggiore sicurezza e per evitare una eccessiva concentrazione del potere in poche mani. Il diniego dei cittadini ha richiamato l’attenzione sulle funzioni delle Regioni che rivendicano il diritto di legiferare su alcune materie nei propri territori, compresa la gestione dei giochi, e proprio in attesa dell’esito del Referendum la Conferenza Unificata è stata continuamente rinviata. Infatti un eventuale “Si” dei cittadini al Referendum avrebbe automaticamente comportato il ridimensionamento dei poteri delle Regioni per le quali la nostra Costituzione non ha definito i ruoli nemmeno per il capitolo della “Salute Pubblica”, e recentemente la Corte Costituzionale ha stabilito che le Regioni hanno il mero ruolo di esecutori delle decisioni del Governo. Ipoteticamente possiamo presumere che quando le parti si riuniranno per celebrare la vera Conferenza Unificata, anche se il tema centrale fosse il gioco nelle sue diverse forme, non assisteremo a una riforma vera e praticabile di tutti i giochi, ma ne uscirà una specie di compromesso, una sorta di pezza in un paio di pantaloni laceri e bucati.
Se invece incombenze di altra natura prenderanno il sopravvento (e ce ne sono tante) allora nemmeno una “misera pezza” verrà cucita nel tessuto dilaniato del gioco automatico italiano.
Tutto il comparto dei giochi italiani necessita di una riforma vera, non di palliativi che danno l’impressione di ricucire le evidenti lacerazioni che stanno sfaldando la filiera del gioco e non si deve continuare “con il medico pietoso che fece la piaga puzzolente”.
L’On Baretta, messo nel mezzo, cerca di barcamenarsi e talvolta afferma cose poco precise, ma d’altro canto Lui non ha quei poteri che molti gli attribuiscono e crediamo di poter dire che non aspetta altro che il termine del suo mandato per liberarsi di una delega scabrosa che vive una continua guerra tra Regioni e Stato dalla quale, se non si arriva a un compromesso, non usciranno né vincitori né vinti, mentre i soli possibili perdenti saranno le piccole/medie aziende del gioco e gli stessi cittadini che verranno privati della libertà di spendere i soldi a loro piacimento.
Settembre ha partorito l’intesa tra Governo e Regioni
Dopo il lungo tira-molla, lo scorso 7 di settembre sembra essere stato un giorno propizio per una forma di accordo tra lo Stato e le Regioni in occasione della Conferenza Unificata a Roma. Dal comunicato edito a fine Conferenza veniamo a sapere che il Governo lascerà alle Regioni e alle Province maggiore autonomia nella tutela dei cittadini al fine di contrastare la dipendenza da gioco. L’accordo è stato votato all’unanimità, ma molti nodi devono ancora essere sciolti: il dimezzamento degli apparecchi distribuiti sul territorio, il numero e il tipo di sale che verranno aperte, gli standard qualitativi dei luoghi del gioco, ecc. Comunque lo Stato sembra aver capito di avere esagerato nella diffusione del gioco per soldi. “E’ stato un lavoro faticoso, ma alla fine è risultato di grande soddisfazione” – ha dichiarato il Pres. della Conferenza Stefano Bonaccini, consapevole che alcune Regioni avevano da tempo emanato specifiche leggi in materia di gioco legale. Della soluzione scelta il Pres. Bonaccini ha detto: “Era urgente arrivare a una normativa nazionale che consentisse di ridurre fortemente l’offerta. Sono molto contento perché attraverso una prolungata collaborazione con il Governo siamo riusciti ad adottare norme che fanno salve le situazioni più virtuose. La soluzione scelta salvaguarda la libertà d’impresa e tutela maggiormente i cittadini”.
Ora il comparto aspetta di conoscere tempi e modi per dimezzare i punti vendita del gioco pubblico, ma le sfide che si presentano agli attori del gioco legale, compreso il gioco on-line che deve essere regolato e tassato equamente, non sono poche.
Aspettiamo gli sviluppi per avere un quadro più chiaro degli eventi.
Massimo Ranalli
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