Aiuti a tutti, ma i soldi sono pochi
Tutte le aziende che avranno chiuso per il Covid 19 potranno chiedere aiuti comprese quelle del gioco, ma i soldi non bastano.
Stando al testo del Decreto di novembre anche le aziende del gioco avranno diritto di chiedere un contributo, ma il Governo non vuole fare nuovi debiti perciò, per erogare il contributo, verranno valutati svariati parametri. La quantificazione dei contributi a fondo perduto che verranno erogati direttamente dall’Agenzia delle Entrate dovrebbe comprendere i grandi negozi tra i 250 e i 2500 mq, mentre i parrucchieri, molti dei quali resteranno aperti, e altre attività saranno valutate a seconda delle zone in cui hanno sede e anche ad altri settori ai quali verranno garantiti Crediti d’Imposta sugli affitti, oltre alla sospensione dei contributi ma anche la cancellazione della seconda rata IMU. Ma più intrigante è la norma che prevede il calcolo dei contributi a fondo perduto che devono essere basati sulla differenza di fatturato tra aprile 2019 e aprile 2020. Intanto gli imprenditori si domandano: il Governo potrà fornire i contributi a tutte le aziende con uno striminzito miliardo e mezzo previsto da Governo?
Paolo Baretta entra in campo e precisa: “Poiché i fondi stanziati per le categorie più colpite dalle nuove restrizioni non sono sufficienti, le risorse a fondo perduto sono state assegnate a partire da quelle attività che, per scelta governativa, sono state costrette a chiudere”. La dichiarazione dell’On. Baretta ovviamente fa riferimento alle misure di sicurezza e di tutela della salute ed include anche il sostegno ai lavoratori, alle imprese oltre che la sicurezza. tutti elementi connessi all’emergenza Covid 19, ma il tutto è ancora al vaglio della Commissione Bilancio e Finanze. Però secondo i tecnici è molto discutibile demandare integralmente a tutti i decreti l’individuazione di eventuali soggetti aggiuntivi. Per il momento le aziende con un fatturato annuo superiore a 5 milioni di euro riceveranno, se avranno diritto di accedere al beneficio, un contributo minimo di 14.000 euro, ma il contributo potrebbe raggiungere 150.000 euro se il fatturato annuo è di almeno 27 milioni, dopo una attenta verifica. Quelle con fatturato inferiore si dovranno accontentare di circa 5600 euro, somma che è maggiore di 500 euro di quello che hanno ricevuto nel precedente Lockdown. Con la suddivisione dell’Italia in tre fasce, le Regioni dovranno regolarsi a seconda del grado di infettività del contagio nel rispettivo territorio. Ad esempio in quelle Regioni in cui la chiusura dei Bar e Ristoranti è prevista alle ore 18, pur restando aperti per il pranzo la domenica, si può soltanto praticare l’asporto dei cibi. Ma la valutazione è sempre determinata dall’inserimento della rispettiva Regione in una determinata fascia in base all’andamento settimanale delle infezioni e comunque nei Bar e nelle Tabaccherie; giochi e scommesse sono vietati. Nelle Regioni “Rosse”, cioè a rischio massimo, si potrà uscire di casa soltanto per esigenze di lavoro o motivi di salute e allora come si potrà valutare effettivamente il danno che le imprese del gioco hanno subito? Così non resta altro che raccomandare l’anima a Dio, se esiste, o altrimenti navigare a vista senza un futuro prevedibile. Speriamo che tutto ciò non avvenga e il Governo non dimentichi un settore che ha dato e potrà ancora dare un forte aiuto economico al Paese.
M.R.
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