Lo Stato perde soldi grazie all’utilizzo delle tessere sanitarie per le VLT
Dopo un anno si tirano le somme sulla scelta di utilizzare le tessere sanitarie per giocare alle VLT.
E’ passato circa un anno dall’introduzione dell’obbligo di utilizzo della tessera sanitaria per attivare gli apparecchi da gioco e da una ricerca effettuata in merito a questa scelta si è registrato un calo delle entrate erariali, che si aggira tra il 25/35%. Questo calcolo è stato effettuato confrontando il mese di gennaio 2019 con gennaio 2020, ma anche il mese di febbraio 2019 ha confermato tali dati negativi, prima che questa assurda pandemia ci facesse chiudere e peggiorasse ulteriormente la situazione. Ma tornando alla scelta di utilizzare le tessere sanitarie, decisione presa per evitare che i minori potessero giocare con le VLT, essa ha scatenato due fattori importanti nella perdita delle entrate statali, il primo la paura delle persone di essere riconosciute, paura irrilevante visto che la tessera sanitaria non può memorizzare alcun dato ne sulle giocate, ne sui giocatori. Il secondo motivo per il quale non sono entrati soldi è dato dal fatto che molte persone non sono in possesso di una tessera sanitaria perché non residenti, tipo turisti, stranieri che si trovano in Italia, o perché magari la tessera è stata smarrita, scaduta o non funzionante. Per questi motivi una buona percentuale di giocatori non ha potuto utilizzare la macchine da gioco. Purtroppo questa disposizione di obbligo nell’utilizzare la tessera sanitaria (Decreto Dignità art. 9-quater del D.L. 12 luglio 2018, n.87, convertito dalla legge 9 agosto 2018, n. 96) è stata emanata“al fine di impedire l’accesso ai giochi da parte dei minori” non tenendo in considerazione che le VLT sono macchine che si trovano esclusivamente nei locali dove non è permesso l’accesso ai minori di 18 anni come prevede l’art. 7, co. 8 del D.L. n: 158/2012 “nelle aree destinate al gioco con vincite in denaro interne alle sale bingo, nonché nelle aree ovvero nelle sale in cui sono installati i videoterminali di cui all’articolo 110, comma 6, lettera b), del testo unico di cui al regio decreto n. 773 del 1931, e nei punti di vendita in cui si esercita come attività principale quella di scommesse su eventi sportivi, anche ippici, e non sportivi”.
Sembra quindi inutile e soprattutto una gran perdita di soldi per le casse statali, la scelta di utilizzare qualsiasi tipo di tessera visto anche che la violazione delle norme sull’ingresso dei minori nelle sale adibite al gioco comporterebbe la stessa chiusura delle sale e una grossa sanzione. Sicuramente il sistema delle tessere non interessa solo il divieto del gioco minorile ma anche la tutela del giocatore con una patologia di dipendenza dal gioco. Ma l’utilizzo della tessera sanitaria non impedisce al giocatore dipendente di usufruire delle macchine. Bisognerebbe introdurre un sistema che sia in grado di memorizzare le giocate effettuate da ogni cittadino affinché si possano tracciare i soggetti patologicamente legati al gioco tenendo sempre in considerazione la privacy delle persone coinvolte.
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