AsTro chiede verifica concreta sugli strumenti che limitano il gioco
Il tema affrontato da AsTro è quello del “distanziometro orario” pensato per risolvere o limitare le problematiche connesse ai tempi di gioco.
Nell’affrontare l’efficacia del cosiddetto distanziometro orario, che molti Comuni credono risolverebbe i problemi sanitari causati dal gioco, AsTro dubita delle affermazioni e degli studi empirici svolti in altri Paesi, ma non ancora in Italia.
Mentre con il distanziometro orario si è creduto di intervenire miratamene sul prodotto e risolvere i problemi, in realtà è stato avviato un duplice processo – afferma AsTro: “Da un lato si inizia a spostare il consumo del gioco dal prodotto spento a quelli che restano attivi, financo al gioco illegale. Dall’altro si esasperano le dinamiche del gioco, in primis quella degli utenti per i quali lo stress dell’ora di spegnimento si trasforma in una corsa a giocarsi in fretta tutto, mentre quella nell’attesa dell’accensione provoca l’approccio ad altre scommesse di sorte”.
Una Industria seria non chiede autoritarismo
Come rappresentante dell’industria, AsTro non invoca giudici o legislatori che zittiscano gli Enti Locali ma chiede se dopo anni di applicazione: “Sono servite le restrizioni metriche e orarie sino ad ora adottate, non partendo dal punto di vista di chi le ha promosse, ma dal punto di vista pratico, cioè del benessere socio-sanitario della collettività e in particolare dei giocatori”.
Concludendo AsTro ritiene che per risolvere i problemi non ci si deve concentrare su un solo soggetto ma rivolgere l’attenzione al contesto complessivo in cui “l’oggetto” opera.
Solo gli utenti registrati possono commentare. Clicca qui