Giocare per i terremotati si può se i soldi vanno a loro
A proposito delle proposte di devolvere gli introiti di lotterie e di altri giochi a favore dei terremotati, sarebbe cosa saggia e giusta se i soldi raggiungessero davvero Amatrice, Arquata e Accumoli.
Torniamo brevemente sul caso dei terremotati del Centro Italia per esprimere la solidarietà degli operatori del gioco lecito italiano che certo non avanzerebbero alcuna obiezione nel devolvere parte delle loro entrate nella certezza che i fondi venissero direttamente depositati su appositi conti correnti delle Amministrazioni delle aree devastate dal sisma.
La beneficenza si scontra con la dura realtà
Come abbiamo riferito in un precedente articolo, il comparto del gioco lecito accetterebbe senza riserva di sostenere le popolazioni terremotate a condizione che il contributo non sfoci in una ulteriore forma di tassazione perpetua che non potrebbe sostenere. La buona fede dei cittadini che chiedono l’intervento delle aziende del gioco legale non dovrebbe essere messa alla prova da atti spiacevoli come quelli che sono avvenuti a L’Aquila dove, per finanziare la ricostruzione, il Governo approvò un decreto per interventi urgenti che consentirono la nascita delle VLT in Italia, per le quali i Concessionari anticiparono all’Erario 15.000 euro per ogni terminali di gioco dei quali nemmeno un euro raggiunse l’Aquila e per incrementare la spesa di gioco venne anche permessa l’apertura domenicale alla tabaccherie. Pare che la Corte dei Conti abbia aperto un fascicolo per indagare dove sono finiti i soldi e anche la stampa lanciò l’allarme già 5 anni fa, ma niente è successo.
L’opera di bene finita in un danno per la popolazione
A distanza di anni il caso de L’Aquila fa ancora discutere, non solo per i fondi mai arrivati alle popolazioni terremotate, ma anche per l’arruolamento di migliaia di cittadini al vizio del gioco patologico che ha creato danni sociali, e molti rimproverano all’Azzardo di Stato di avere aumentato lo stato di povertà di intere famiglie. Ovviamente se si tentasse la carta del Gioco Legale per finanziare la ricostruzione del Centro Italia terremotato e per raccogliere più soldi, bisognerebbe aumentare il numero degli apparecchi come avvenne allora, ma attualmente il Governo mira alla riduzione dell’offerta oltre che alla riduzione generale delle tasse nei confronti delle aziende e quindi una tale operazione è diventata tecnicamente improponibile.
Se gli italiani, compresi i gestori del gioco legale, vogliono veramente distinguersi per solidarietà nei confronti di popolazioni svantaggiate o colpite da tragedie naturali, lo possono fare organizzando eventi di raccolta fondi o inviare soldi anche in forma privata, ma serve il controllo delle Amministrazioni Locali che nella massima trasparenza devono comunicare mensilmente ai loro cittadini l’ammontare della raccolta. Onestà è diventato un termine raro nelle nostra società nella quale sciacalli e imbroglioni di ogni risma si appropriano dei beni altrui, finanche delle vita.
Mondo Automatico invita ancora una volta il settore del gioco automatico di impegnarsi nelle raccolta di fondi per i nostri fratelli che hanno sofferto la distruzione dei loro beni e la precoce scomparsa dei loro cari e invita i governanti a non usare ancora la leva fiscale su di un comparto che è allo stremo delle proprie forze.
Massimo Ranalli
Solo gli utenti registrati possono commentare. Clicca qui