La passione del gaming travolge anche il Paradiso del gioco
Il gaming suscita nell’essere umano una passione tanto forte che nemmeno i Paesi che l’hanno ben regolamentato riescono a contenere. Anche la Scandinavia scopre la minaccia del gaming.
Non smetteremo mai di ripetere che giocare è la passione più profonda e affascinante che vivono i popoli in tutte le latitudini della Terra e forse a buon ragione, perché la nostra esistenza per significato e per lunghezza temporale contrasta con gli ignoti scopi per i quali esistiamo. Non porta, altresì, ad alcuna soluzione dell’arcano disquisire all’infinito sull’importanza del gioco e tanto meno analizzare se giocare è un semplice costoso perditempo o se invece, nel gioco, ogni essere umano tenta di scoprire la recondita essenza della sua esistenza. Rimandiamo l’approfondimento filosofico sul tema a menti più eccelse e ci limitiamo a dire che non dovremmo demonizzare il gioco se, prendendo coscienza della nostra precaria dimensione di esseri viventi che hanno un infimo ruolo nella piccola parte di Spazio-Tempo che occupiamo, ricerchiamo una propria dimensione nel creato. Di fatto siamo piccoli semplici mammiferi al pari di tanti altri, ma agli esseri umani è stato detto di essere creature uniche che, dotate di intelligenza, sono chiamate a giocare la partita centrale tra le possibili forme di vita. In realtà siamo stati ammaestrati a vivere una vita sterile fatta di lavoro, famiglia e accumulo di beni materiali, mentre l’eccezionale sviluppo del cervello, rispetto ad altri mammiferi, ha poco influito sul grado generale dell’intelligenza anzi ha prodotto in noi una caratteristica negativa, la Superbia. Tuttavia non abbiamo mai rinunciato alla possibilità di trasgredire ai codici di un pre-confezionato sistema di vita e tentiamo sempre di rifugiarci nella innata dimensione Spazio-Tempo. La natura di mammiferi ha inciso nel nostro DNA la voglia di scoprire nuove sensazioni sfidando la monotonia della vita canonica usando feticci che crediamo possano, seppure impercettibilmente, ispirarsi alle ragioni della nostra evoluzione biologica.
La vita è un lampo cosmico e nessuno potrà cancellare il piacere del gioco dal nostro spirito
L’essere umano gioca per scoprire la sua dimensione, il suo ruolo, la sua importanza nell’Universo, per indagare sul proprio ”IO” e nessuno potrà vietarglielo fin quando vive. Né un eventuale divieto sarebbe giustificabile con la motivazione del danno economico che crea negli individui perché lo scelgono liberamente. Nè si può parlare di malattia mentale, sapendo che il mammifero “Uomo” ha causato danni, ben più gravi del gaming, al Pianeta che lo ospita, nell’indifferenza generale. Gli “illuminati” avversari del gaming, niente hanno obbiettato, né hanno avuto scrupoli morali quando le loro attività hanno occupato gli spazi vitali dell’uomo e di altre forme di vita. Hanno prodotto malattie e gravemente nociuto allo sviluppo e alla conservazione biologica e ora si arrogano il potere di decidere ancora una volta cosa è bene per l’essere umano. La dimensione della vita umana impegna un frammento dello Spazio- Tempo di cui l’uomo dispone e ognuno deve viverlo a modo suo anche se fosse una illusione perché la vita stessa potrebbe essere soltanto una illusione cosmica.
Anche gli scandinavi vogliono vivere la loro illusione.
Abbiamo ripetutamente riferito del sistema di gioco per denaro che praticano i Paesi scandinavi, i quali l’hanno incastonato entro regole ferree, ne devolvono i proventi alle istituzioni benefiche, hanno stabilito limiti di puntata e di perdita per giornata di gioco. Si direbbe che giocare in Svezia, Norvegia o Finlandia ma anche in Danimarca possa rendere giustizia e dare un significato allo slogan di Sapar “ Perché il gioco rimanga un Gioco”, ma in pratica le cose della vita si verificano in modo diverso. Si, l’essere umano, ama assoggettare tutto alle proprie futili convinzioni, cosa che talvolta può essere anche utile alla società, ma la fantasia, l’estro, la profonda spiritualità dell’uomo, vanno oltre i soldi, i beni materiali per riservarsi sempre un proprio spazio d’evasione dove vivere i sogni più segreti.
Anche Norsk Tipping niente può contro il gioco online
Parliamo oggi del caso Norsk Tipping, che è la società delle lotterie di Stato norvegese che gestisce video terminali collegati in rete nei locali pubblici del Paese e limita rigorosamente l’accesso al gioco ai minori di 18 anni, non permette il gioco senza apposita tessera, lo interrompe con pause ripetute tra una giocata e l’altra e, ovviamente detratte le spese, devolve i proventi a favore delle casse dello Stato che provvede alla distribuzione dei fondi tra le istituzioni culturali, sanitarie e più in generale a scopo benefico.
I popoli del Sud Europa potrebbero identificare la Norvegia come Paradiso del gioco, ma non è così perché da nazione anti-azzardo per eccellenza scopre, ora, che i suoi cittadini sono vulnerabili e hanno un amore smisurato per l’attività del gioco, cioè quello che i “Dotti”chiamano “dipendenza”, una patologia che non esiste e, se abusare del consumo di un prodotto fosse una malattia, perché non razionare il cibo a chi mangia troppo, vietare l’alcol a chi beve, imporre un limite di spesa a chi acquista beni di cui non ha stretto bisogno?
L’Autorità del Gaming Norvegese ha dato l’allarme
La Gaming Foundation Authority norvegese, che regola e controlla il gioco per soldi nel Paese, ha avvertito che a seguito dell’ultima liberalizzazione del gioco per soldi, cioè da quando la Norsk Tipping, che dipende dal Ministero della Cultura, gestisce in proprio le slot machines, la metà dei giocatori è già dipendente o è a rischio dipendenza da gioco.
L’annuncio è stato uno Shock che ha rivelato le debolezze dei glaciali, imperturbabili, razionali Norvegesi, ma l’Autority del Gaming ha subito chiarito che il problema della dipendenza è dovuto alla diffusione illegale dei Casinò Online gestiti spesso da siti esteri che promuovono le loro attività e servizi del gioco sui media e sui canali televisivi che attraggono soprattutto giovani di età compresa tra i 16 e i 25 anni.
Ovviamente oltre ai media tradizionali, le grandi compagnie utilizzano per il marketing del gioco internet e i cosiddetti siti “Social”, che vorrebbero far passare per gioco socialmente accettabile, l’azzardo.
Infatti proprio dagli utenti di questi siti sociali provengono la maggior parte delle richieste di aiuto di persone dipendenti da gioco compulsivo. La disputa tra operatori legali con sede in Norvegia e il legislatore causata dalla dichiarazione dell’Autority del Gaming è ora aperta e dovrebbe portare ad una maggiore vigilanza se non addirittura a divieti contro il gioco Online. Se l’esempio insegna, o dovrebbe insegnare, l’esperienza vissuta dalla Norvegia dovrebbe indurre le nostre Autorità a controllare meglio le imprese che praticano il gioco Online soprattutto se hanno sede all’estero e almeno ad applicare loro la stessa tassazione che viene imposta alle aziende del gaming via terra. Altro che il pericolo delle slot nei bar, il gioco Online è subdolo in tutte le sue manifestazioni perché non consente alcun controllo, né dell’età, né della spesa del giocatore, né sulla sicurezza soprattutto se viene praticato da imprese con sede all’estero. Vedremo cosa accadrà, ma ora che è stato scoperto che nemmeno gli scandinavi sanno resistere al fascino del gioco e che vogliono vivere la loro illusione, corriamo il rischio che con il gioco Online ci siamo giocato anche il Paradiso del gaming Scandinavo. Sarebbe davvero un Peccato e intanto noi auguriamo agli scandinavi Buon Divertimento!
M.R.
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