La Delega rende la ripartenza più difficile
Dopo la pausa estiva il governo e tutti gli organi istituzionali tornano ai tavoli di lavoro con focus sulla delega.
Ripartire dopo la pausa estiva e sempre difficile, ma lo è di più se non si hanno risorse disponibili ed è questo uno dei tanti problemi che il nostro esecutivo deve affrontare. I dossier sono sul tavolo del Governo con un particolare interesse per la Manovra di Bilancio con le date prefissate dall’Europa. Essi toccano vari settori, ma un dossier particolare è quello del gioco pubblico per il quale si cercano soluzioni essendo ancora vivo il confronto tra Governo e Regioni. Forse dovremo, ancora una volta, subire qualche rincaro per la prossima legge di Bilancio, ma per fare i conti si dovranno avere i dati aggiornati delle entrate fiscali per definire il piano di stabilità UE che poi il Governo invierà a BUXELLES che analizzerà il programma una volta definito il perimetro della manovra. Le questioni in campo sono tante, ma le risorse per il 2024 non sono sufficienti e addirittura l’Italia è sotto procedura per deficit eccessivo e regna una gande confusione dove trovare i soldi che mancano. In un quadro tanto confuso gioca un ruolo rilevante la DELEGA FISCALE che al suo interno contiene anche il Gioco Pubblico che, a sua volta, trova ostacolo delle Regioni soprattutto per la riforma del gioco terrestre e coinvolge pesantemente l’industria italiana del gaming. Gli operatori sono in attesa di capire come finirà la Manovra che comprende anche i giochi. Abbiamo preso atto degli incontri avvenuti in settembre, ma le decisioni finali le avremo quando si avrà un quadro più preciso delle decisioni sui vari bonus, l’assegno unico, la sanità, la scuola e soprattutto la disoccupazione, ecc. Il settore dei giochi è abituato a fungere da Bancomat quando lo Stato ha bisogno di risorse finanziarie, ma le tasse hanno ormai raggiunto il massimo livello praticabile. Speriamo che Stato e Ragioni trovino una accordo e che il comparto dei giochi possa ripartire magari lentamente perché in questo stato rischia una lenta agonia.
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