“Il gioco pubblico in Italia” dell’Avv. Cardia riapre il dibattito
Dopo la pubblicazione del libro “Il gioco pubblico in Italia”, l’Avv. Cardia ha ripercorso le storia del gioco nel nostro Paese, ma sono piovute critiche e opinioni.
Il libro dell’Avv. Cardia ha fatto conoscere oltre 24 anni della storia ai cittadini ma soprattutto agli addetti dal comparto dei giochi. Tra l’altro Cardia scrive: “Abbiamo scoperto che i distanziometri erano stati concepiti nel 1990 per mettere lontani i ripetitori dei telefonini. Oggi tutti si sono accorti che il problema territoriale sta bloccando le gare e noi stiamo cercando di spiegare che le norme del territorio non riguardano tutto il comparto del gioco pubblico. Queste norme sono sbagliate anche perché riguardano solo alcune tipologie di giochi. Oggi la battaglia è aperta, abbiamo tante persone che non la pensano come noi. I corti circuiti istituzionali sono proprio tanti. Gli interlocutori che abbiamo sono molto agguerriti, quindi nel libro si cerca di dare a tutti voi gli strumenti necessari per controbattere”.
La rete generalista è quella più debole e attaccata, quella ritenuta meno brava a gestire il problema del disturbo da gioco d’azzardo. Abbiamo sentito parlare di formazione e qui va detto che questa porta tutti i soggetti allo stesso livello, anche i baristi, non solo i tabaccai a le sale specializzate.
Alle osservazioni dell’Avv. Cardia una valanga di proposte e consigli
Ai concetti evocati da Cardia sono seguite tante opinioni, ve le citiamo in breve: Distante di Sapar ha subito rimarcato: “Sono 20 anni che chiediamo regole certe e precise”.
Bertoldi di (Fdi) ha chiesto che con il riordino fisico va creata uniformità sul territorio.
Garavaglia (Lega) ha chiesto equilibrio, questo libro dà i dati sulla base dei quali si possono prendere delle decisioni, ma nell’ambito del gioco la parola chiave è Equilibrio.
Miele (Corte dei Conti) ha detto: “Questo è un settore estremamente interessante per l’economia e l’occupazione. È un comparto importante”.
Iaccarino di As.Tro ha osservato: “Regolamentazione sì, ma che si basi su analisi di carattere scientifico”.
Lollobrigida di ADM ha parlato del Distanziometro.
Il risultato della conferenza Unificata del 2017 può essere parzialmente una base di partenza. Quanto stabilito nel 2017, infatti, non può funzionare perché determina un effetto espulsivo totale sul territorio. I luoghi sensibili potrebbero essere quelli frequentati da minori, come gli istituti di istruzione secondaria e superiore. In sostanza ognuno ha la propria opinione ma oggi non risultano effetti positivi sui giocatori a rischio dipendenza e quello che veramente conta per lo Stato sono la salute, l’economia e le entrate dell’erario. Comunque il libro di Cardia ha il merito di aver riaperto una forma di dialogo che potrebbe essere utile se si vuole davvero riordinare il Gioco Pubblico.
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