Dopo tante discussioni il Tribunale di Roma accerterà la quota parte da versare sui 500 milioni

Dopo tante discussioni il Tribunale di Roma accerterà la quota parte da versare sui 500 milioni

La tassa (una tantum) dei 500 milioni da versare allo Stato tiene ancora banco almeno per la quota che deve essere versata dai concessionari e dagli operatori.

La questione è ora nelle mani del Tribunale di Roma che stabilità proporzionalmente quanto ogni soggetto deve versare, ma l’Associazione dei gestori di giochi senza vincita in denaro ha avanzato alcune proposte. I proponenti sono ANBI per il Bowling, ANESV che aderisce all’AGIS ed è la più antica organizzazione di categoria, NEW ASGI che rappresenta sale e Centri che gestiscono apparecchi senza vincita in denaro e la sorella gemella SNIV FELSA CISL, anch’essa in rappresentanza di sale e Centri senza vincite in denaro. Tra i numerosi problemi da trattare le associazioni hanno chiesto che al gioco senza vincita in denaro non venga applicata la procedura di omologazione ma che basti la dichiarazione di conformità alle regole tecniche per apparecchi nuovi o più datati. Viene anche contestato il fatto che si deve pagare una tassa per offrire ai cittadini una attività divertente come il biliardo o per consentire ai bambini di vincere un pelouche che non ha un valore superiore a 20 euro. C’è anche il problema che l’imposta viene liquidata forfettariamente anche per apparecchi in uso gratuito negli oratori come il Calcio Balilla e il Ping Pong. Il Tribunale di Roma disporrà ora la quota parte che deve pagare il gestore, ma gli appartenenti al settore del puro divertimento chiedono che si tenga conto della proporzionalità. Ora tutti aspettano il verdetto del Tribunale di Roma ma gli operatori, per il momento, non sono affatto soddisfatti.

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