In Friuli il Consiglio di Stato nega il subentro nella licenza a un operatore
Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso presentato dalla titolare di una società contro la Questura di Udine.
La titolare di una società chiedeva la riforma, previa sospensione, della sentenza del TAR che aveva respinto il ricorso per annullamento del Decreto del Questore di Udine per l’esercizio della raccolta delle scommesse di cui all’Art.38, comma 2 del D.L: 223/2006, nei locali siti a Cervignano del Friuli. In questo caso entra in ballo anche la Polizia Locale del Comune di Cervignano e dell’Avvocatura Distrettuale dello Stato che conoscevano gli estremi della norma di non estendere l’attività di raccolta scommesse e della possibilità di estensione, ma non nel suo esatto contenuto che impedisce di estendere la stessa a fattispecie diverse da quelle previste per l’installazione di apparecchi. Sulla base del Distanziometro a Cervignano del Friuli (UD) il Consiglio di Stato ha negato il subentro nella licenza all’operatore dei giochi e di scommesse online non autorizzate, della gestione di slot e degli apparecchi per accesso al gioco illegale.
Anche a Perugia rilevati apparecchi per accesso a giochi illegali
La storia di Perugia inizia con un mandato d’arresto europeo emesso dall’autorità francese nei confronti di un cittadino turco residente a Terni e ritenuto a capo di una organizzazione dedita alla raccolta illegale di scommesse sportive e al gioco d’azzardo. Le intercettazioni telefoniche hanno permesso di scovare un gruppo di soggetti appartenenti alla comunità turca attiva nella gestione di slot machines e altre apparecchiature per l’accesso a giochi d’azzardo illegali. Sembra che il gruppo fosse attivo anche in Germania, Moldavia e Romania. Il provvedimento è stato emesso dalla Procura di Perugia che ha delegato per la ricerca il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria il quale, attraverso il tracciamento elettronico, ha individuato il capo a Terni e lo ha tratto in arresto. Inoltre sono state emanate misure cautelari anche ad altre 26 persone facenti parte dell’organizzazione ed è stato sequestrato del denaro, beni immobili e mobili per un valore di 500mila euro.
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