Per la Corte Costituzionale illegittima la sanzione di 50mila euro

E’ incostituzionale la sanzione amministrativa fissa a 50mila euro comminata ai concessionari del gioco e ai titolari di sale giochi e scommesse per mancata apposizione della targa prevista per la prevenzione ludopatia perché deve essere adeguata alla specificità di ogni singolo caso.

Spetterà al legislatore stabilire una nuova sanzione nel rispetto della Costituzione che stabilisce i limiti minimi e massimi, è quanto si legge nella sentenza del relatore Franco Modugno. La norma censurata puniva indistintamente l’inosservanza degli obblighi di avvertimento con indicazioni su tagliandi e apparecchi da gioco, esposizioni di targhe e materiale informativo della ASL, con una sanzione di considerevole severità, non modulabile dall’autorità amministrativa e dal giudice in base alle circostanze del caso concreto. La Corte ha ricordato che, secondo la propria giurisprudenza, l’attribuzione al giudice di un margine di discrezionalità nella commisurazione della sanzione, non solo penale, ma anche amministrativa, tra un minimo e un massimo, così da adeguarla alla specificità del singolo caso, rappresenta la naturale attuazione di principi costituzionali, a cominciare da quello di eguaglianza. In sostanza la Corte ritiene che la fissità della sanzione impedisce di tener conto della diversa gravità dei singoli illeciti, che dipende dall’ampiezza dell’offerta di gioco a dal tipo di violazione commessa. Di fatto il giudice deve tenere in considerazione le dimensioni e l’ubicazione della sala giochi, il grado di frequentazione e il numero degli apparecchi che comporterebbero l’inosservanza degli obblighi. Infatti un barista, nel cui bar era presente un unico apparecchio da gioco, s’è vista infliggere una sanzione di 50mila euro pur avendo adempiuto correttamente gli altri obblighi posti a suo carico per la prevenzione della ludopatia. Di conseguenza la sanzione va rimossa e spetta al legislatore stabilirne una nuova.