Si parla tanto delle nuove partite IVA in crescita, ma non per i giochi
Pil nella massima crescita dopo la guerra mondiale con le nuove partite IVA che raggiungono numeri da capo-giro, mentre i numeri del gioco sono in picchiata.
Quanto scritto nel sottotitolo è quanto leggiamo nei giornali o sentiamo in TV, cioè nel secondo trimestre sono state aperte in Italia circa 150mila nuove partite IVA, pari a oltre il 50% dello scorso anno che è stato danneggiato dalle restrizioni dell’emergenza sanitaria in vigore nel 2020. Il commercio registra il maggior numero degli avviamenti con circa il 25%, seguono la attività professionali con il 16% e l’agricoltura con l1%. Poi arriva la sorpresa perché tra gli aumenti compare il settore dell’intrattenimento che scalerebbe la classifica con un più 103%. Da quanto sappiamo le nuove attività a giugno erano 23 con un calo di circa il 7% rispetto all’anno precedente e a maggio le nuove aperture erano 34, meno dello stesso mese nel 2020 e il calo è continuato anche in aprile con -26%, quindi i numeri attuali rispetto a due anni fa non rispecchiano la propaganda che i media stanno facendo contro il gioco, o forse a favore, ma le chiacchiere non fanno brodo.
M.R.
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