Sapar interviene sulla situazione del gioco in Veneto Dal blocco totale iniziato a inizio marzo, le aziende del gioco senza vincita in denaro venete hanno subito pesanti perdite e Sapar ne ha preso le difese. Non è ancora chiaro quando esattamente gli operatori veneti potranno riaprire le loro sale. Gli incassi sono crollati di circa il 300%, non è stato possibile rinnovare le attrezzature necessarie per l’estate e sono stati effettuati anche licenziamenti di personale. Il quadro generale non è affatto rassicurante e le località turistiche del Veneto sono rimaste sprovvedute di luoghi di intrattenimento. Gli operatori chiedono di riaprire al più presto e sono disponibili a saniificare il loro luoghi del divertimento, ma mancano le linee guida, perciò hanno chiesto al Governatore del Veneto di coinvolgerli nei piani di riapertura che si era stata annunciata al 1 giugno. Il Vicepresidente Sapar Andrea Lo Massaro nel corso di una trasmissione televisiva ha spiegato: “Centinaia di attività attendono di sapere quando potranno riaprire perché siamo parte integrante dell’offerta turistica e le nostre aziende sono chiuse da oltre due mesi. Stiamo subendo una grave crisi di liquidità e non possiamo rinnovare le attrezzature, ma non possiamo nemmeno effettuare le assunzioni stagionali e questo danneggia le famiglie monoreddito che vivono degli incassi stagionali”. Al momento che scriviamo non abbiamo notizie della decisione del Governatore, ma anche il veneto potrebbe adottare le misure previste da Regioni confinanti come il Friuli Venezia Giulia e l’Emilia Romagna.

Sapar interviene sulla situazione del gioco in Veneto  Dal blocco totale iniziato a inizio marzo, le aziende del gioco senza vincita in denaro venete hanno subito pesanti perdite e Sapar ne ha preso le difese.  Non è ancora chiaro quando esattamente gli operatori veneti potranno riaprire le loro sale. Gli incassi sono crollati di circa il 300%, non è stato possibile rinnovare le attrezzature necessarie per l’estate e sono stati effettuati anche licenziamenti di personale. Il quadro generale non è affatto rassicurante e le località turistiche del Veneto sono rimaste sprovvedute di luoghi di intrattenimento. Gli operatori chiedono di riaprire al più presto e sono disponibili a saniificare il loro luoghi del divertimento, ma mancano le linee guida, perciò hanno chiesto al Governatore del Veneto di coinvolgerli nei piani di riapertura che si era stata annunciata al 1 giugno. Il Vicepresidente Sapar Andrea Lo Massaro nel corso di una trasmissione televisiva ha spiegato: “Centinaia di attività attendono di sapere quando potranno riaprire perché siamo parte integrante dell’offerta turistica e le nostre aziende sono chiuse da oltre due mesi. Stiamo subendo una grave crisi di liquidità e non possiamo rinnovare le attrezzature, ma non possiamo nemmeno effettuare le assunzioni stagionali e questo danneggia le famiglie monoreddito che vivono degli incassi stagionali”. Al momento che scriviamo non abbiamo notizie della decisione del Governatore, ma anche il veneto potrebbe adottare le misure previste da Regioni confinanti come il Friuli Venezia Giulia e l’Emilia Romagna.

Dal blocco totale iniziato a inizio marzo, le aziende del gioco senza vincita in denaro venete hanno subito pesanti perdite e Sapar ne ha preso le difese.

Non è ancora chiaro quando esattamente gli operatori veneti potranno riaprire le loro sale. Gli incassi sono crollati di circa il 300%, non è stato possibile rinnovare le attrezzature necessarie per l’estate e sono stati effettuati anche licenziamenti di personale. Il quadro generale non è affatto rassicurante e le località turistiche del Veneto sono rimaste sprovvedute di luoghi di intrattenimento. Gli operatori chiedono di riaprire al più presto e sono disponibili a saniificare il loro luoghi del divertimento, ma mancano le linee guida, perciò hanno chiesto al Governatore del Veneto di coinvolgerli nei piani di riapertura che si era stata annunciata al 1 giugno.

Il Vicepresidente Sapar Andrea Lo Massaro nel corso di una trasmissione televisiva ha spiegato: “Centinaia di attività attendono di sapere quando potranno riaprire perché siamo parte integrante dell’offerta turistica e le nostre aziende sono chiuse da oltre due mesi. Stiamo subendo una grave crisi di liquidità e non possiamo rinnovare le attrezzature, ma non possiamo nemmeno effettuare le assunzioni stagionali e questo danneggia le famiglie monoreddito che vivono degli incassi stagionali”. Al momento che scriviamo non abbiamo notizie della decisione del Governatore, ma anche il veneto potrebbe adottare le misure previste da Regioni confinanti come il Friuli Venezia Giulia e l’Emilia Romagna.

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