Il Decreto d’attuazione dell’Intesa non arriva e il gaming va in pezzi

Il Decreto d’attuazione dell’Intesa non arriva e il gaming va in pezzi

La legge regionale anti-azzardo del Piemonte doveva essere sospesa o almeno depotenziata in attesa del decreto d’attuazione dell’accordo che il Governo ha stabilito a settembre con le Regioni, ma non è stato emanato e ora arrivano i guai.

 

La stretta sulle slot machines, anzi il divieto previsto dalla legge piemontese, è una delle tante storie italiane che finiscono col danneggiare cittadini, imprese e talvolta lo Stato, poiché però siamo nati in questo Paese tocca viverci.

Il decreto d’attuazione dei patti di settembre doveva essere emanato già a ottobre ma non è avvenuto e ovviamente le slot machines secondo la legge regionale del Piemonte sono ora fuorilegge.

 

Forse il Governo confidava nella messa in funzione delle AWP da remoto

I nostri illuminati politici, dopo gli accordi intercorsi con le Regioni in Conferenza Unificata, se la sono presa comoda ma non hanno fatto i conti con il puntiglioso carattere dei piemontesi che nel caso specifico non meritano rimproveri perché la legge regionale c’è, è stata approvata a maggioranza, e deve necessariamente essere attuata.  Il Governo poteva intervenire con una qualche forma di proroga ma ha aspettato senza motivi anche per non dare l’impressione di salvarsi con continui rinvii in vista  delle elezioni in Sicilia che il PD ha perso nettamente pur avendo sperato di giocarsi  l’ultima carta con l’introduzione delle slot gestite da remoto che però, s’è scoperto, non hanno i requisiti tecnici e servirà un rinvio di almeno un anno.

 

 Governo incoerente e Piemontesi in marcia come i Panzer

Invece di mostrare coerenza e rispetto degli impegni presi in Conferenza Unificata, il Governo  intanto ha pensato che le Regioni procedessero prima con la riorganizzazione della rete dei punti vendita del gioco, poi si poteva trattare. Certo c’è stato qualcuno che ha anche approvato il ritardo nell’emanazione del decreto nell’intento di difendere gli interessi personali, ma la società piemontese chiedeva e chiede il rispetto della legge regionale.

Roma ha taciuto e ha fatto spallucce alle richieste dei cittadini fin quando s’è accorta che la legge piemontese comporterà una ingente perdita di entrate erariali e probabilmente avrà riflessi negativi per il Governo sull’esito delle elezioni politiche che qualcuno vorrebbe spostare da marzo a maggio, ma il Pres. Mattarella ha subito detto NO perché, se non uscirà dal voto una nutrita compagine maggioritaria capace di governare e mantenere stabile l’Italia, si dovrà indire una seconda elezione nei primi mesi estivi.

 

Chi pagherà per la legge di Bilancio 2018?

Mentre il Governo si trastulla e gioca alla lotteria delle probabilità, la Legge di Bilancio 2018 non perde tempo sotto la spinta dalla Comunità Europea. Gi amministratori locali si sforzano di raggiungere la quadratura del Bilancio e affrontano gravi problemi sociali come la diffusa povertà che tocca ormai oltre 5 milioni di cittadini. Il quadro politico-sociale è inquietante, manca la stabilità, manca lavoro, mancano i soldi per il Bilancio dello Stato 2018, ma il Governo da buon gnostico per voce dell’On. Baretta fa sapere che le Amministrazioni regionali dovranno rispondere del danno erariale prodotto dalle loro leggi che vietano l’azzardo. La politica di alto lignaggio con l’accordo Stato-Regioni ha voluto lavarsi le mani dall’ingombrante impatto con il gioco per soldi che essa stessa ha creato, ma ha acuito il senso di incertezza e sconforto nell’industria del gioco che inizia in Piemonte e continuerà.  Infatti il secondo “round” sul danno erariale il Governo dovrà giocarselo con l’Emilia Romagna e poi via, via con tutte le altre Regioni.

I cittadini italiani davanti a tanta ignavia si sentono disarmati e si chiedono: Voleva davvero il Governo contrastare l’azzardo pur sapendo che venivano a mancare soldi nelle casse, non sapeva che affidare alle Regioni tutte le competenze nella gestione del gioco pubblico avrebbe comportato il depotenziamento dei poteri dello Stato? Oppure voleva semplicemente lavarsi le mani e lasciare il gioco d’azzardo da se stesso creato al proprio destino? Ora che il danno è fatto il Sottosegretario con delega ai giochi minaccia le Regioni di dover compensare le perdite fiscali, ma prima di cedere tutti i poteri, il Governo poteva almeno concordare con le Regioni tempi e leggi ragionevoli e praticabili, oltre a fissare obbiettivi minimi che accompagnassero l’applicazione delle leggi regionali? Oppure l’Intesa settembrina deve essere ritenuta solo un Bluff, una scappatoia messa in atto per prendere tempo?

La risposta vola nel vento ma, chi la fa l’aspetti, recita un vecchio adagio!

 

Massimo Ranalli.

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